Abbiamo intervistato Mario Bonaccorso, direttore del Cluster italiano della Bioeconomia circolare Spring. Giornalista e blogger, ha fondato nel 2012 Il Bioeconomista, The First Bioeconomy Blog (www.ilbioeconomista.com). È autore di “The Bioeconomy Revolution” (2016), “Che cosa è la bioeconomia” (2019)" e “L’uomo che inventò la bioeconomia". "Raul Gardini e la nascita della chimica verde in Italia” (2020). Scrive regolarmente per Renewable Matter, la rivista internazionale sulla bioeconomia e l’economia circolare pubblicata da Edizioni Ambiente.
Temi SpA è parte del Cluster Spring con l'obiettivo di portare il proprio contributo e la propria esperienza sulle tematiche della logistica sostenibile. Oggi sono oltre 130 i soggetti aderenti al Cluster e rappresentano tutte quelle realtà che a diverso titolo operano nel campo della bioeconomia circolare. Il fine: contribuire a creare le condizioni per lo sviluppo di un contesto e di un tessuto industriale e accademico attrattivo, dinamico, innovativo, competitivo e in continua crescita, promuovere l'utilizzo efficiente delle risorse naturali, ridurre gli sprechi e favorire modelli di economia circolare per una economia sostenibile e la salvaguardia dell'ambiente.
Direttore, cos'è la bioeconomia circolare e che ruolo ha nel perseguire obiettivi di sostenibilità?
La bioeconomia è una economia che impiega le risorse biologiche rinnovabili come input per la produzione industriale, energetica, alimentare e mangimistica. Nella sua declinazione circolare punta a utilizzare scarti, residui, sottoprodotti dell’industria alimentare con l’obiettivo di non entrare in conflitto con l’offerta di cibo. Si tratta di un “metasettore” che comprende l’agroalimentare, la silvicoltura, l’acquacoltura, la pesca e l’industria bio-based, come i biocarburanti, i biomateriali e i biochemicals e che in Italia nel 2022 ha generato un valore della produzione superiore a 415 miliardi di euro, con circa 2 milioni di occupati (fonte: Rapporto sulla Bioeconomia in Europa 2023, Intesa Sanpaolo-Cluster Spring). La bioeconomia, quindi, è per sua natura resiliente, producendo con quello che è disponibile localmente, e rappresenta un pilastro per qualsiasi politica di decarbonizzazione e di defossilizzazione.
Oggi più che mai emerge la sua importanza strategica dal punto di vista geopolitico. Non è un caso che oltre sessanta paesi al mondo l’abbiano messa al centro dei loro piani di sviluppo sostenibile. E che a fine 2022 l’amministrazione Biden negli USA abbia presentato l’Executive Order for Advanced Biotechnology and Biomanufacturing con l’obiettivo di incrementare la competitività dell’industria americana in una chiave di lotta al cambiamento climatico.
Come nasce il Cluster Spring e con quali obiettivi?
Il cluster Spring nasce su iniziativa del MUR nel 2014 con 4 soci fondatori che sono Novamont, Mossi Ghisolfi, Versalis e Federchimica. Oggi abbiamo oltre 150 soci che vanno dal mondo della ricerca pubblica e privata, fino alle PMI, alle startup innovative, ai cluster regionali, associazioni di settore e imprese che offrono servizi specifici per la bioeconomia. Tutti i soci condividono l’obiettivo di creare un forte network che supporti la transizione ecologica attraverso la realizzazione della Bioeconomia circolare. I nostri interlocutori sono le Istituzioni europee, nazionali e regionali ma anche l’opinione pubblica. Quando parliamo di Bioeconomia parliamo di un metasettore in cui l’Italia ha una leadership storica che risale ai tempi di Montedison, bioprodotti che sono già oggi sul mercato e investimenti che devono trovare un adeguato riconoscimento sul piano regolatorio per generare sviluppo diffuso sul nostro territorio, da Nord a Sud.
Come può la logistica contribuire in questo processo virtuoso?
È essenziale, un vero elemento strategico. Lo hanno capito gli olandesi e i belgi che vedono un profondo coinvolgimento delle proprie reti logistiche sul piano di sviluppo locale della Bioeconomia. Mi riferisco ai porti di Rotterdam o di Ghent ma anche alla rete dei trasporti efficienti che rende possibile una costante offerta di biomassa per le bioraffinerie. Il settore dei trasporti è strategico ed è anche uno dei maggiori beneficiari dell’innovazione bio-based. Pensiamo ai biocarburanti, ai biolubrificanti ma anche ai biocomposti già oggi sul mercato.
Come valuta l'impegno italiano nel contesto europeo?
L’Italia è leader ma oggi rischia di perdere la leadership, così a fatica guadagnata, che ha comportato investimenti, riconversioni industriali, ricerche sempre più focalizzzate. Per fare un esempio, la bioeconomia non è nel PNRR, mentre in Francia i fondi europei sono stati utilizzati per France Relance che ha contribuito ad attrarre nuovi investimenti dall’estero per nuove bioraffinerie, dentro una visione e una strategia ben definite. Forse non si riesce a comprendere adeguatamente la rilevanza della Bioeconomia dal punto di vista economico, sociale, ambientale e persino politico. E questo riguarda oggi anche l’Europa, che non è in grado di fornire un quadro legislativo stabile e coerente. Molti investimenti si stanno spostando in altri continenti e in questo modo stiamo perdendo know-how, non solo investimenti. Noi come Spring, grazie anche alla presenza in Italia di un Gruppo di coordinamento sulla Bioeconomia che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e a cui siamo stati chiamati a partecipare, stiamo facendo la nostra parte con le Regioni, il governo nazionale e persino la Commissione europea per salvaguardare la specificità della nostra Bioeconomia e favorire una crescita che significa conciliare sviluppo industriale, tutela ambientale e della salute umana e animale.
Può anticipare per grandi linee novità sul prossimo rapporto del Cluster?
Il prossimo Rapporto verrà presentato a giugno 2024. Difficile fare previsioni, che comunque sono il risultato dell’ottimo lavoro di ricerca e analisi del Centro Studi di Intesa Sanpaolo. Ciò che io posso anticipare è che il cluster rafforzerà la propria attività di relazioni istituzionali e di comunicazione (ci sarà un nuovo gruppo di lavoro). Celebreremo il Bioeconomy day in Italia il 23 maggio 2024, faremo partire un Investment Forum, BioInvestIT, con un road show nazionale che toccherà diverse città italiane. A settembre abbiamo siglato con lo European Circular Bioeconomy Fund a Firenze un importante accordo di collaborazione per favorire investimenti in startup del nostro Paese. Infine, dal 3 al 4 ottobre 2024 si terrà a Bologna la nuova edizione del nostro International Forum on Bioeconomy (IFIB).